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NEWS 09/27/10

Lidia Bagnoli featuring Valeria Solarino - Mostra e rassegna film dedicata a Valeria Solarino presso la CINETECA DI BOLOGNA via Azzogardino 65 a Bologna Apertura mostra e rassegna film mercoledì 6 ottobre 2010


Inaugurazione Lunedì 11 ottobre 2010
Sarà presente Valeria Solarino


LIDIA BAGNOLI FEATURING VALERIA SOLARINO

Apertura mostra e rassegna film
mercoledì 6 ottobre 2010

Inaugurazione Lunedì 11 ottobre 2010
Sarà presente Valeria Solarino


Presso la Cineteca di Bologna
via Azzogardino, 65 Bologna

Nella sua già lunga storia di artista Lidia Bagnoli è tornata costantemente all’autoritratto; direi anzi che l’immagine di sé, quando non era palese, allignava nel profondo.
L’arte moderna e contemporanea, in varie forme, ha perfino consacrato tale vocazione; mentre per alcuni celebri autori la via indiretta – o il distacco dalla fisiognomica  – ha cercato in certa misura di fissarsi o astrarre, nel caso della Bagnoli l’autoritratto è quasi sempre l’inizio, o, se si preferisce, l’occasione per un inesausto esercizio “sperimentale”. Il volto cambia progressivamente fino a diventare anonimo, immaginario; o resta riconoscibile pur se sottoposto allo specifico deformante della pittura, al variare dei  mezzi e dei materiali.
Non sorprende, perciò, che la Bagnoli abbia provato interesse per Valeria Solarino, una giovane nella quale potrebbe aver visto qualcosa di famigliare: certa fisica severità, forse, la figura allungata, l’effetto del bruno.    L’attrice insomma fa da specchio, ma poi riveste la propria pelle; e riappare in un “ambiente di lavoro”, il set cinematografico, che l’artista ci restituisce per quadri più piccoli di bluastro e grigio con fredde e quasi improvvise illuminazioni di bianco.
Una donna e molte; un viso che torna da mutazioni “arbitrarie”, un archetipo fotografico o filmico che si trasforma nella prassi del dipingere.
D’altra parte l’elemento distintivo dell’attrice come tale è il trucco: non è forse l’immagine fotografico-filmica esito di una particolare mascheratura? Non deve il suo fascino alla suprema ambiguità di un verosimile sempre rivendicato e sempre tradito?
Lidia Bagnoli potrebbe collocarsi in quelle che ormai si definiscono le correnti classiche della pittura moderna. La sua enigmatica bambina vestita di rosso – Sarà Sara?, 2008 – ricorda la convenzione impressionista ma affonda nei livori della crisi; più in generale, l’apparente realismo di figure e scene va dalle esperienze americane originarie  alle disfatte di De Kooning: «Se assumiamo, ad esempio, l’idea della vibrazione, -  affermava il maestro nel 1949 - all’improvviso quasi tutta la storia dell’arte prende a vibrare: Michelangelo incomincia a vibrare, e così El Greco, e così tutti gli impressionisti…».
La nostra pittrice, giova poi aggiungere, si dedica all’autoritratto e al ritratto praticando la concretezza degli impasti e della tela ma, nel medesimo tempo, guarda alle scoperte della pop-art, all’inesorabile dominio della serialità. Se si riprendono certe copertine dei vecchi Oscar Mondadori (firmate da Binosi, Pintér, Tempesti, Bocco…anche se i nomi non apparivano nelle note editoriali) si possono ravvisare curiose ancorchè generiche affinità. Il primo libro pubblicato dalla storica collana di tascabili nel 1965 era Addio alle armi di Hemingway e riproduceva in copertina un ritratto “pittorico” di Rock Hudson, protagonista del film omonimo uscito in quegli anni; il secondo: La ragazza di Bube di Cassola, quello di Claudia Cardinale.
Lidia Bagnoli è ovviamente lontana da tutto questo ma, in certa misura e senso, racconta la stessa storia. Almeno se non si dimentica che il cinema supera la semplice verosimiglianza fotografica attraverso il trucco e il movimento, e che la cosiddetta illustrazione (dei romanzi a fumetti, anche, degli affissi ) applica una sorta di fermo-immagine.
Ecco allora che a una tappa della sua laboriosa e certo non  esaurita vicenda creativa, l’artista di oggi, la nostra pittrice di autoritratti e ritratti, prende quel fermo-immagine, lo reinquadra e lo trasforma (cioè lo sporca) con la preziosa tangibilità del colore.

Tullio Masoni




Gli acquerelli sono visibili presso


Grafique Art Gallery
via Ferrarese, 57
40128 Bologna
Tel. 051.363880

Chiuso Lunedì mattina, Giovedì pomeriggio
e giorni festivi






le poche cose che so di lei..

 



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